A nessuno piace sbagliare, ma il problema non è tanto l’errore in sè (dato che siamo umani e, in quanto tali, fallibili), quanto l’interpretazione soggettiva dell’evento: “Ho sbagliato”.
Se interpreto l’errore come un fallimento, come qualcosa di irrimediabile o come fonte di senso di colpa difficile da gestire, eviterò il più possibile la possibilità di sbagliare. E, per evitare di sbagliare, dovrò vivere in un perenne stato di allerta, che può generare stress e ansia.
La saggezza popolare ci ricorda che “solo chi fa, sbaglia”, quindi, per non sbagliare, non dovrei fare mai niente!
In realtà gli errori sono i nostri migliori insegnanti perché, quando commettiamo un errore, ci rimane impresso e sarà difficile commetterlo una seconda volta. Da ogni errore è possibile imparare qualcosa di utile. Molte persone, invece, tollerano a fatica i propri sbagli e fanno fatica a perdonare i presunti errori commessi nel passato. Spesso siamo noi i giudici più severi ed inflessibili nei confronti di noi stessi.
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